MALATTIE INFIAMMATORIE IMMUNOMEDIATE IN GASTROENTEROLOGIA

Gli anti-TNF-α sono farmaci fondamentali per la cura delle malattie immuno-mediate in varie branche della medicina. Ad oggi, permangono preoccupazioni in merito al loro utilizzo in pazienti con storia di neoplasia pregressa o attuale. L’articolo presenta i dati derivanti dall’analisi di un ampio registro danese di pazienti affetti da malattie infiammatorie intestinali, artrite reumatoide o psoriasi, trattati con anti-TNF-α e con pregressa neoplasia in anamnesi. Dallo studio emerge che il trattamento con anti-TNF-α non determina un aumentato rischio di recidiva o di insorgenza di nuova neoplasia nei pazienti con pregresso tumore. Tale evidenza potrà risultare di grande utilità nella pratica clinica per gli specialisti coinvolti nella cura delle malattie autoimmunitarie in ambito gastroenterologico, reumatologico e dermatologico.


BACKGROUND

I farmaci biologici hanno rivoluzionato il trattamento delle malattie immuno-mediate. Tra questi, gli anti-TNF-α, ormai sul mercato da più di 30 anni, sono stati ampiamente utilizzati con ottimi risultati in ambito gastroenterologico, reumatologico e dermatologico, sia per quanto riguarda l’efficacia che la sicurezza. Tuttavia, essendo farmaci immunosoppressivi che, almeno teoricamente, possono abbassare la cosiddetta “sorveglianza immunitaria” e favorire la trasformazione neoplastica cellulare, nel corso degli anni è stata indagata una possibile associazione fra uso di anti-TNF-α e sviluppo di alcuni tumori, tra cui i tumori cutanei. Le maggiori preoccupazioni emergono in caso di pazienti con storia di pregressa neoplasia, che potrebbero essere a maggiore rischio sia di recidiva, che di tumore de novo. La sicurezza degli anti-TNF-α in questo specifico setting clinico non è ancora stata stabilita con certezza. Lo scopo dell’articolo in oggetto è proprio quello di analizzare l’incidenza di recidiva di tumore o di nuovo tumore primitivo in pazienti con storia di pregressa neoplasia e trattati con anti-TNF-α per malattie infiammatorie intestinali (IBD), psoriasi (PsO) o artrite reumatoide (RA). Inoltre, gli autori hanno identificato un gruppo di controllo costituito da una popolazione di pazienti affetti dalle stesse patologie e pregressa neoplasia, ma non in trattamento con anti-TNF-α.


RISULTATI

L’analisi è stata effettuata su 434 casi (35% IBD, 54% RA, 17% PsO), di cui 68% femmine, con età mediana alla diagnosi del pregresso tumore di 55 anni. Tale popolazione è stata confrontata con 4328 controlli.
Analizziamo i principali risultati dello studio:

  • Nella popolazione globale di casi e controlli (4762 pz), dopo una mediana di 2.8 anni dall’avvio della terapia con anti-TNF-α, 635 pz (13%) hanno sviluppato una recidiva o una nuova forma di neoplasia
  • Di questi, 72 su 434 (17%) appartenevano al gruppo dei pz trattati con anti-TNF-α, 563 su 4328 (13%) al gruppo dei controlli
  • Riguardo l’obiettivo primario dello studio, dal confronto fra le incidenze di recidiva/tumore de novo non è emersa differenza fra la popolazione dei trattati con anti-TNF-α rispetto ai non trattati (rispettivamente 30.3 casi per 1000 pz-anno vs 34.4 casi per 1000 pz-anno, p=0.35) (Figura A)
  • Pur differenziando fra recidiva di tumore e insorgenza di nuova neoplasia, la differenza è risultata non statisticamente significativa (Figure B e C, rispettivamente)
  • Infine, anche separando l’analisi fra soggetti con pregresso tumore cutaneo non-melanocitario (classicamente associato a IBD, RA e PsO) vs altre forme tumorali, non vi era differenza fra i pazienti trattati e quelli non trattati con anti-TNF-α.

 

Figura

 


IMPATTO NELLA PRATICA CLINICA

L’impatto nella pratica clinica di questo studio è sicuramente rilevante. I farmaci biologici anti-TNF-α sono tra i più utilizzati nel trattamento di malattie infiammatorie intestinali, artrite reumatoide e psoriasi. Essi sono in grado di modificare la storia della malattia e prevenire lo sviluppo di complicanze. D’altro canto, considerando l’elevata incidenza che alcuni tipi di tumori (carcinoma colo-rettale, mammario, tumori cutanei, per citare alcuni tra i più comuni) hanno nella popolazione generale, è relativamente frequente che lo specialista si trovi a dover trattare pazienti con anamnesi di neoplasia pregressa. Inoltre, IBD, RA e PsO sono state, esse stesse, associate allo sviluppo di specifici sottotipi tumorali, come i tumori cutanei non-melanocitari. Le preoccupazioni relative al rischio neoplastico limitano tuttora l’uso degli anti-TNF-α in pazienti con pregresso tumore. I risultati di questo studio, resi ancor più solidi dall’importate numerosità della casistica analizzata, non supportano l’atteggiamento restrittivo e sembrano smentire ulteriormente i timori sull’uso degli anti-TNF-α in questo specifico setting clinico; da sottolineare, infine, la sicurezza degli anti-TNF-α nel sottogruppo di soggetti con pregresso tumore cutaneo non-melanocitario.


COMMENTO

Lo studio dimostra la safety degli anti-TNF-α nei pazienti con malattie immuno-mediate e storia di pregressa neoplasia, supportando lo specialista nell’utilizzo di questa importante classe di farmaci anche in tale specifico sottogruppo di pazienti.


BIBLIOGRAFIA

Waljee AK, et al. Anti-tumour necrosis factor-α therapy and recurrent or new primary cancers in patients with inflammatory bowel disease, rheumatoid arthritis, or psoriasis and previous cancer in Denmark: a nationwide, population-based cohort study. Lancet Gastroenterol Hepatol 2020;5(3):276‐284.